Dal 1° luglio 2003 è entrato in vigore in Italia il sistema della patente a punti: una modalità intesa a promuovere un comportamento più corretto da parte degli automobilisti, premiando i guidatori “virtuosi” e penalizzando invece coloro che commettono infrazioni del Codice della strada.
La patente a punti può creare confusione riguardo il suo funzionamento, sia per quanto riguarda le modalità di decurtazione dei punti che delle modalità pratiche attraverso cui è possibile verificare il proprio saldo. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sull’istituto introdotto nell’art 126 bis del Codice della strada e che ha creato non poco panico tra gli automobilisti.
A differenza di quanto accade quando occorre accumulare dei punti, nel caso della patente italiana i punti vengono attribuiti nel momento in cui viene rilasciata all’automobilista la licenza di guida. Più nello specifico, il punteggio iniziale assegnato è di 20: sta quindi al singolo gestire nella maniera più responsabile possibile questo budget, che può essere sia diminuito che accresciuto, con un limite massimo cumulabile di 30 punti. Ovviamente si tratta di un saldo “virtuale”, nella misura in cui non vengono apportate annotazioni “fisiche” sul nostro documento di guida.
Essendo quello della patente a punti un sistema basato su un principio “meritocratico”, è intuibile che i punti vengono detratti quando si commettono delle infrazioni. L’art. 126 bis del codice della strada contiene una tabella dettagliata di questo sistema di conteggio, che viene spesso modificata a seconda della valutazione del legislatore verso determinati tipi di infrazioni.
A titolo esemplificativo, possiamo indicare che:
Per ogni infrazione commessa viene quindi decurtato il numero di punti corrispondente. Ricordiamo inoltre che il sistema del punteggio è fisso e non è soggetto a una valutazione discrezionale dell’autorità. In caso di più violazioni cumulative, il punteggio massimo sottratto si ferma a 15 punti, una sorta di “sanzione forfettaria”. Rimangono ovviamente escluse le ipotesi della revoca e della sospensione della patente.
Un altro elemento importante è che, a seguito dell’infrazione, l’agente della polizia stradale deve sempre comunicare all’automobilista il numero dei punti decurtati: in mancanza, è possibile procedere alla contestazione.
Verificare il saldo dei punti della propria patente è un’abitudine che può prevenire diverse situazioni spiacevoli. Anche se il sistema è elettronico, possono capitare degli errori o, semplicemente, potremmo dimenticare negli anni di aver commesso delle infrazioni. Come fare quindi per essere aggiornati sulla propria situazione di automobilista? Semplicemente possiamo:
Nel caso rilevassimo degli errori nel saldo dei punti a seguito di una decurtazione errata, l’organo a cui rivolgersi per far valere l’errore è la polizia stradale, che provvede autonomamente a scalare i punti dalla nostra licenza di guida.
Accertato che siano state commesse delle infrazioni e il nostro saldo dei punti è stato correttamente decurtato, non ci resta che pensare a recuperare il danno. Se il totale dei punti non è stato azzerato, l’automobilista può procedere seguendo dei corsi di recupero organizzati dalle autoscuole che gli consentono di riottenere 6 a 9 punti, a seconda del tipo di patente. In alternativa, il sistema riporta automaticamente il saldo a 20 se non vengono commesse infrazioni per due anni consecutivi.
E se il saldo dei punti è arrivato a 0? In questo caso bisogna armarsi di un po’ di pazienza e riprendere in mano i libri: occorre infatti sostenere da capo gli esami sia di teoria che di pratica. Dopotutto, non si finisce mai di imparare!