L’Italia è un Paese che ha sempre avuto un grande fascino, e sono tante le persone che per turismo, lavoro o studio decidono di soggiornare nel Bel Paese per un periodo più o meno lungo. Come accade ogni volta che si decide di visitare uno Stato diverso dal proprio, è importante conoscere quali sono le modalità per poter entrare legalmente nel Paese ed eventualmente soggiornarvi per un determinato periodo.
A seconda delle finalità per cui l’individuo decide di richiedere il permesso di ingresso, vi sono diverse soluzioni. Occorre però collegare il discorso all’Unione europea, nel momento in cui l’Italia è membro dell’UE e fa parte dell’area Schengen.
Andiamo per gradi: l’area Schengen è uno spazio creato nel lontano 1985 per abbattere le frontiere all’interno dell’Europa. Il nome deriva dal luogo in cui è stato concluso il trattato (una cittadina a confine tra Francia e Germania) e ad oggi conta 26 Stati membri, di cui 22 fanno parte dell’Unione europea.
Quando un individuo chiede e ottiene il visto Schengen può circolare all’interno di quest’area senza la necessitò di chiedere un visto per ogni Paese in cui entra. Questa è una prima modalità quindi per entrare anche in Italia, secondo le condizioni che ora analizzeremo.
Quando trattiamo il tema dei visti per l’Italia, occorre fare una precisazione: i cittadini dell’Unione europea non hanno la necessità di richiedere il visto. Per loro è infatti sufficiente avere con sé un documento di riconoscimento (una comune carta d’identità o un passaporto). Quando ci riferiamo quindi ai soggetti che intendono chiedere un visto per l’Italia, intendiamo cittadini di Stati extra-UE.
A seconda dello scopo e della durata del loro viaggio, i tipi di visto per l’Italia sono quindi i seguenti:
All’interno di queste due macro-categorie rientrano poi le varie motivazioni che possono indurre il soggetto a richiedere l’ingresso in Italia, ad esempio motivi familiari, di studio, di lavoro, per turismo, volontariato, o anche solo per il transito temporaneo.
Sempre collegato all’area Schengen c’è un tipo di visto la cui utilità è però limitata allo Stato per cui è stato rilasciato il visto, non anche gli altri 25 Stati. Questa è un’ipotesi abbastanza eccezionale e non estendibile ad altre situazioni: il visto con validità territoriale limitata viene concesso infatti per motivi umanitari o per obblighi internazionali.
L’autorità competente per rilasciare il visto per l’Italia è il Consolato italiano presso lo Stato in cui risiede il richiedente. La domanda deve contenere delle informazioni molto precise, inclusa la loro documentazione, ad esempio:
Entro 90 giorni, l’autorità consolare italiana deve comunicare l’esito della procedura, sia in caso di esito positivo che negativo. Nel caso in cui le motivazioni del soggiorno in Italia siano di lavoro, i tempi sono più brevi e possono ridursi fino a 10 giorni per il lavoro stagionale.
Se la procedura ha esito positivo, il richiedente dovrà portare con sé, nel momento in cui varca il confine dello spazio Schengen, un documento d’identità (un passaporto quindi), il visto e ogni altro documento che possa essere necessario a provare lo scopo del soggiorno e i mezzi di sostentamento durante il periodo in Italia.
Il rilascio del visto comporta un costo per chi lo richiede, dal momento che si tratta di una procedura amministrativa. A seconda del tipo di visto quindi il soggetto che ottiene il rilascio dovrà pagare: