Quando si tratta di questioni amministrative come la residenza spesso può esserci un po’ di confusione, come nel caso della residenza fiscale. Quest’ultima viene spesso confusa con la residenza anagrafica, che in realtà è molto diversa:
Ti invitiamo a leggere di più sulla residenza anagrafica in questo articolo.
La funzione specifica del certificato di residenza fiscale è quella di dimostrare a uno Stato terzo la propria residenza fiscale in Italia. Il motivo più frequente per cui può necessario munirsi di tale atto è quello di evitare la doppia imposizione fiscale: sappiamo infatti che, in base alle norme sia italiane che internazionali, ogni soggetto (persona fisica o giuridica) versa i propri contributi fiscali in base alla propria residenza o sede fiscale.
A titolo di esempio, un libero professionista che si trasferisce in Svizzera ma mantiene la propria residenza fiscale in Italia sarà tenuto a pagare le tasse allo Stato italiano e non al governo elvetico. Grazie all’attestato di residenza fiscale, si evita la doppia tassazione sui proventi.
Come già accennato, il certificato di residenza fiscale può essere richiesto sia da persone fisiche che giuridiche.
Nel modulo editabile dell’Agenzia delle Entrate, così come modificato dal provvedimento del Direttore dell’Agenzia nel 2013 e che è lo stesso sia per le persone fisiche che giuridiche, vengono elencate una serie di ipotesi che possono indicare il tipo di reddito prodotto in Italia, tra cui:
Per ottenere l’attestato di residenza fiscale è necessario presentarsi all’Agenzia delle Entrate (che non deve essere necessariamente quella del luogo di residenza) presentando il modello stampato che può essere scaricato dal sito dell’Agenzia delle Entrate e che è creato appositamente per essere modificato dall’interessato inserendo tutti i dati richiesti. Occorre poi presentare un proprio documento d’identità e l’eventuale delega rilasciata dal soggetto interessato.
La richiesta infatti può anche essere presentata da un soggetto delegato (si pensi al caso dele società), il quale però deve essere munito di delega scritta e presentare il proprio documento d’identità.
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Il costo per l’ottenimento del certificato è di 3,10 euro a titolo di tributi speciali. Il pagamento può essere effettuato tramite sportello bancario e uffici postali tramite il modello F23, oppure più semplicemente acquistando una marca da bollo di pari valore.
Per quanto riguarda l’efficacia verso Terzi, occorre informarsi preventivamente presso l’Agenzia delle Entrate cui ci si rivolge: a volte pagando una sola volta l’imposta vengono rilasciati attestati per un singolo Stato terzo, altre volte è possibile l’ottenimento contestuale per più Paesi, magari pagando una somma forfettaria.
Anche i tempi di rilascio variano a seconda dell’Agenzia delle Entrate (e possono andare dal rilascio immediato a qualche giorno di tempo). Per questo motivo è sempre meglio chiedere in anticipo o rivolgersi a servizi online come quello di Visure Italia, per essere sicuri di ottenere un certificato aggiornato (requisito richiesto molto spesso dalle autorità fiscali di Paesi terzi) specificando il requisito dell’urgenza.